Investimenti in imprese italiane: il PIR per le esenzioni d’imposta

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Tra le numerose agevolazioni derivanti da investimenti in società italiane non possono non essere citati i Piani Individuali di Risparmio (PIR).
 
 

Di cosa si tratta

In linea generale, il PIR può essere immaginato come un contenitore, il cui valore complessivo risulta essere composto da una pluralità di investimenti, effettuati fuori dal regime dell’attività d’impresa, i quali, a determinati condizioni, comporterebbero significativi vantaggi in termini di efficienza fiscale e wealth management.

I vantaggi

Se l’attività finanziaria in Italia è soggetta ad un’elevata pressione fiscale sugli investimenti, il Piano Individuale di Risparmio, al contrario, offre le seguenti agevolazioni fiscali:
 
  • esenzione totale dalle imposte sulle rendite finanziarie (interessi e dividendi) e sulle plusvalenze di capitale (capital gain);
  • esenzione dall’imposta di successione in caso di trasferimento mortis causa degli investimenti;
  • cumulo tra i benefici fiscali previsti per il PIR e la detrazione fiscale che compete a favore degli investimenti in Start-up e PMI innovative.

Requisiti e limiti

Al fin di godere dei menzionati benefici fiscali, è necessario che il PIR rispetti una serie di requisiti. In particolare, in relazione alla tipologia – Pir ordinario o alternativo - sono previsti limiti quantitativi di investimento:

  • PIR ordinario fino ad un massimo di 40.000€ all’anno (solare) e per un totale complessivo di 200.000€;
  • PIR alternativo fino ad un massimo di 300.000€ all’anno (solare) e per un totale complessivo di 1.500.000€.
 
Inoltre, il valore complessivo del PIR deve essere composto da: (i) una quota obbligatoria, investita in strumenti qualificati (70%), la quale deve rispettare determinati requisiti a seconda della tipologia di PIR, e, (ii) una quota libera (30%) che può essere costituita da investimenti non qualificati o da liquidità.
 
Al fine di godere dei vantaggi richiamati, è previsto un holding period sul singolo investimento pari a 5 anni.

Il ruolo della fiduciaria

Il Legislatore ha previsto la costituzione dello strumento mediante l’intermediazione di un soggetto abilitato alla sottoscrizione di mandati fiduciari ed opzione per il regime del risparmio amministrato.
 
Il mandato fiduciario può offrire rilevanti semplificazioni per l’investitore, quali ad esempio:

  • il controllo del rispetto dei requisiti normativi;
  • l’attività di investimento su indicazione diretta del mandante.

Gli elementi critici

L’interprete, nella valutazione complessiva circa l’effettiva convenienza all’accensione di un PIR, dovrà, sicuramente, valutare anche gli aspetti legati ai parametri normativi stringenti previsti dalla normativa di riferimento.
 
I principali punti critici possono essere individuati nella:
 
  • ridotta diversificazione geografica, con conseguente concentrazione del rischio sul sistema Italia;
  • volatilità elevata, soprattutto legata alla performance delle società destinatarie degli investimenti;
  • poca flessibilità per l’investitore, dato il vincolo temporale di cinque anni;
  • complessità del panorama investibile.

..in conclusione

Nonostante l’incertezza economica nel breve termine ed i punti critici sopra analizzati, si ritiene che i Piani di Risparmio Individuali, sia ordinari che alternativi, siano, ad oggi, tra gli strumenti maggiormente indicati per investire in modo efficiente nel tessuto economico italiano in un’ottica di medio-lungo periodo, con importanti agevolazioni fiscali, soprattutto se facilitati negli adempimenti tributari e normativi dall’intervento di intermediari abilitati.
 
 

Fidinam può aiutarti

Questo articolo è a cura di Lorenzo Portolano e Alessandro Pace del team di consulenza fiscale di Fidinam Italia.

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